Marina di Castagneto si è sviluppata intorno agli anni Cinquanta tra il mare ed una lunga pineta costiera. Un sentiero molto bello inizia dalla stazione ferroviaria di Donoratico, attraversa uliveti e campi, ed incontra il viale dei Cavalleggeri. A nord il viale porta dritto al Cavallino Matto, uno dei più grandi parco giochi della Toscana. La spiaggia di Marina è larga e sabbiosa; alle estremità sud e nord del centro abitato ci sono chilometri di spiaggia libera, dune e pinete. Proprio grazie alla qualità dell’ambiente, il Comune di Castagneto Carducci continua ad ottenere importanti riconoscimenti, come l’assegnazione della BANDIERA BLU ed "Eco sistema vacanze" di Lega Ambiente.BandieraBlu.htmlshapeimage_3_link_0
Nel 1959 Mario Incisa della Rocchetta decise di trasformare in area protetta circa 500 ettari tra pascoli, terre coltivate e palude di sua proprietà, salvandoli da interventi di bonifica e da edificazioni. Nel ’66 l’Oasi di Bolgheri divenne la prima oasi protetta del WWF in Italia: quell’anno infatti Mario Incisa e Fulco Pratesi fondarono il WWF italiano. Il parco si trova tra il litorale costiero e la ferrovia tirrenica, al confine nord del nostro Comune. La palude è attraversata da argini pedonali che conducono agli osservatori, da dove si può vedere la fauna senza disturbarla. L’Oasi conserva, integro, il tipico ambiente costiero paludoso della Maremma di un tempo: i ginepri secolari, i pini, i lecci, le essenze mediterranee; poi la foresta allagata di quasi soli frassini, ed infine la palude vera e propria: canneti, pratoni allagati e canali. L’oasi vanta il riconoscimento di “zona Ramsar”: una zona molto umida perfetta per gli uccelli acquatici sia in inverno che per le migrazioni primaverili. In inverno infatti ci sono i germani reali, il fischione, il codone e quasi duemila pavoncelle. In primavera arrivano gli uccelli trampolieri: la pittima reale, la pettegola e l’airone. Tra i migratori ci sono la ghiandaia marina e la rondine. Nel bosco allagato fanno il loro nido il picchio rosso, il picchio verde ed il rampichino. Presenti regolarmente il falco pellegrino, l’oca selvatica, la volpoca, la gru, il tarabuso, il gufo comune, l’allocco e il barbagianni. Ed infine i mammiferi: cinghiali, daini, caprioli, istrici, tartarughe palustri, scoiattoli, martore e tassi. Già trenta anni fa un decreto dichiarava l'Oasi di Bolgheri "zona umida di importanza internazionale". L’Oasi è visitabile nei weekend da Novembre ad Aprile, esclusivamente su prenotazione. Camperesort sarà felice di effettuarla su vostra richiesta.

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Castagneto Carducci è un piccolo borgo su un colle dominato dal Castello dei Conti Della Gherardesca. Intorno al Castello, edificato  verso il Mille, si è sviluppato il centro urbano secondo uno schema di anelli concentrici da cui prendono forma strade, vicoli e piazzette. L’attuale municipio, divenuto tale nel 1849, aveva funzionato, a partire dal 1716 da palazzo pretorio; nella piazzetta retrostante (Piazza della con lo scopo di celebrare il legame che unì Giosuè Carducci a Castagneto. Suo padre, Michele Carducci, fu infatti medico a Bolgheri dal 1838, ma per le sue convinzioni progressite che turbavano i conservatori locali, fu costretto nel 1848 a trasferirsi a Castagneto, dove rimase fino al 1849. Dopo di allora, tra il 1879 ed il 1894, il poeta venne ospitato annualmente nella casa della famiglia Espinassi Moratti, attuale Casa Carducci.
 Il Viale dei Cipressi di Bolgheri è un rettilineo lungo circa 5 km chiuso sui due lati da una fila di oltre 2000 cipressi secolari. Fu progettato nel ‘700 come uno stradone diritto, che sostituisse l’antico tracciato tortuoso. Fu inizialmente costruito a tratti: diventò viale solo dopo la metà del 1800. La trasformazione del territorio di questa parte della Maremma rientra in un’ampia serie di cambiamenti dell’assetto territoriale, con interventi di bonifica realizzati a più riprese tra il ‘700 e la metà dell’800. Nella zona di Bolgheri lo sviluppo della mezzadria e dell’allevamento di bestiame coincise con la nascita di molte fattorie, ancora oggi note per la produzione di vini tra i più pregiati al mondo. Nel 1734 si iniziò a realizzare un primo tratto di strada rettilinea, inizialmente piantumata con pioppi cipressini, come l’allora via regia (oggi SS1 Aurelia). Ma i pioppi piacevano al bestiame, e dopo pochi anni i Conti Della Gherardesca decisero di piantare il cipresso, essenza meno appetita. Tra il 1843 ed il 1844 furono ordinati a Firenze 3582 cipressi per lo “Stradone” di San Guido. I lavori andarono a rilento e si bloccarono in corrispondenza del bivio per l’attuale via Bolgherese. Solo nel 1911, terminata la piantumazione, il Viale dei Cipressi raggiunse una lunghezza di 4962 metri, e nel 1954 fu asfaltato. I due filari di cipressi costituiscono una spettacolare architettura verde che taglia geometricamente la piana e i colli, facendo da quinta arborea tra il centro storico di Bolgheri sulle colline e la distesa verso il mare. Il visitatore che lo percorre non può che rimanerne incantato. Il viale s’inserisce in un contesto naturale ancora piuttosto protetto dallo sviluppo urbano indiscriminato, dove lo sfruttamento delle risorse agricole è risultato valorizzante. Con Decreto Ministeriale del 21 agosto 1995 il viale di Bolgheri è stato dichiarato bene di interesse artistico e storico e, come tale, sottoposto al regime di tutela previsto dalla legge 1089 sui beni monumentali.